Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
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itaca

Ultimo Aggiornamento: 08/08/2008 00:54
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Sesso: Femminile
08/08/2008 00:54

Un medico in famiglia 4

“Itaca!”

Si vedono i piedi di un uomo che sale sul taxi.
Intanto in casa Martini, si sta preparando la torta per il compleanno di Nonno Libero.
Eufrasia sta per prendere il dolce ma:
Cettina:- FERMA, NON LO TOCCARE!
Eufrasia:- Ma cosa ho fatto?
Cettina:- Il dolce deve stare fermo, in posizione orizzontale, se no si aqquaquaglia.
Eufrasia guardando Eloisa chiede:- Ed è pericoloso questa cosa?
Cettina:- Ah Eufrà, aqquaquaglia, da aqquaquagliare, vuol dire che si siede.
Eufrasia:- Ah, che si…fù- e fa il gesto.
Cettina:- Esatto,ehi ma non sei ancora molto pratica della lingua italiana, eh?
Eufrasia:- Sai che no? Ma mi sto scrivendo tutte le parole nuove tipo aqqu…, aqqu…- non si ricorda come si dice…
Cettina:- Aqquaquaglia! Con due Q! Scrivi!
Poi avvicinandosi ad Eloisa dice: - Ehi, mi raccomando ragazzi sta per scattare l’ora X. Allora, io devo andare in agenzia a sostituire Augù perché oggi per fortuna tiene 3 funerali.
Eloisa:- Eh va beh, non ti preoccupare ci pensiamo noi qui.
Cettina:- Ecco. Le cipolle per la “genovese”, mi raccomando, vanno tagliate fino, fino, fino, fino, una crema. Mi raccomando a te Eloì, che se psicologa, la signora Enrica deve trattenere il signor Libero il camera sua, a qualunque costo!
Eloisa:- Una specie di sequestro di persona!?!
Cettina:- Si va beh…

Spuntano Ciccio, Alberto e Annuccia con uno striscione dove c’è scritto:- AUGURI NONNO.

Cettina:- Eccoli!Bello!
Annuccia: TADA’! L’ho scelti io i colori.
Alberto:- Bello eh!?! Che ne pensate?
Cettina:- Si, si, brava!
Alberto:- Però dovremmo sincronizzarci.
Cettina:- In che senso?
Alberto:- Metterci d’accordo.
Cettina:- Ah!
Alberto:- Eh! Noi aspettiamo nella camera, e poi voi ci fate un segnale e noi usciamo.
Ciccio:- Usciamo con lo striscione.
Annuccia:- E cantiamo “Tanti auguri a te”.
Cettina:- Benissimo, benissimo! Andatevi a nascondere, veloci forza.
Mentre loro se ne vanno:
Cettina:- Oh, allora mi raccomando il dolce Eufrà, mi raccomando a te, deve stare in un luogo areato a temperatura ambiente. Se no soffre!
Eufrasia:- Pelosa su questo dolce!
Cettina:- Guarda che ti ho sentito, stai attenta che ti mando il controllore.
Eufrasia:- Ci manca pure il controllore!
Si vede un taxi.

Poi si vedono Maria e Guido che vanno da Franco.

Guido:- Uèh, allora?
Maria:- Cos’è che non potevi dirci per telefono?
Franco:- Ragazzi devo partire immediatamente per Parigi, il presidente si è ammalato e devo sostituirlo, tra l’altro ho parlato con la mia ex moglie e mi permette di portare mio figlio con me a Parigi.
Guido:- Cosa vuol dire? Che non torni?
Franco:- No, non credo. Ma non è questo il problema Guido.
Maria:- Il problema è che non potrai fare il primario all’ospedale famiglia!
Franco:- Esattamente!
Giovanni:- Ragazzi non vi abbattete, ci sarà del tempo per trovare un altro primario.
Franco:- Purtroppo no, Giovanni, non c’è tempo, le missioni che sono già state avviate devono partire immediatamente.
Guido:- Ma che vuol dire immediatamente?
Franco:- Vuol dire immediatamente, due, tre giorni massimo.
Guido:- Questo vuol dire che io, non solo non posso partire, ma che non ci possiamo sposare?
Maria:- Franco, ti prego questo no,Franco. PER FAVORE!
Franco:- Maria non dipende da me. Non sono io che decido. Io devo andare a Parigi fra due ore, devo partire, non posso fare nulla. Davvero, mi dispiace tantissimo. Comunque Giovani ha tutti i miei numeri per qualsiasi casa potete contattarmi.

Maria abbraccia Guido, quasi piangendo.
Dopo che Franco se ne va, Giovanni si avvicina a loro.

Maria:- Vedi Giovanni, tutti i miei sogni vanno in fumo così!
Giovanni:- Ragazzi, io credo di poter far qualcosa. Se voi davvero lo volete, io posso sposarvi, prima che tu parta.
Maria:-È possibile?

Si rivede il taxi.
Intanto in camera da letto di Nonno Libero:

Enrica:- Non hai nemmeno assaggiato il croissant.
Libero:- No, ho mangiato mezzo fagotto, che non lo faccio mai, per ringraziarti di avermi portato la colazione in camera. Grazie!
Enrica:- La colazione in camera è normale il giorno del compleanno.
Libero:- E io ti ringrazio di cuore, ma adesso andiamo di là. Che caldo!
Enrica:- Guarda che non hai sposato un cerbero. Una brava moglie festeggia sempre il compleanno del marito.
Libero:- E un bravo marito, dice alla brava moglie, grazie di cuore che hai festeggiato il compleanno. Adesso devo andare a comprare il giornale.
Enrica:- Ma è il tuo compleanno!
Libero:- E che significa, quando è il mio compleanno i giornalai fanno sciopero.
Enrica:- I giornalai facciano quello che vogliono, certamente non scioperano le mogli.
Libero:- Ah, adesso ho capito, c’hai l’occhio malupino. Di prima mattina cosa… Tu mi hai sopravvalutato dal punto di vista sessuale.
Enrica ridendo:- Ma che hai capito? Volevo solo dire, che una brava moglie, festeggia il compleanno del marito.
E dandogli il regalo:- Auguri!
Libero:- Grazie!- e si baciano.
Libero:- Non me lo avevi mai fatto un regalo prima.
Enrica:- Eh beh, prima ero solo una consuocera, adesso sono una moglie a tutti gli effetti.
Libero:- Ecco, e dopo a tutti gli effetti, guardiamo cosa c’è…
Enrica lo interrompe:- No, no, no, no. Prima tu ti siedi, e apri il regalo.
Libero:- Ti preferivo come consuocera, almeno non entravi in camera da letto.

Il taxi arriva di fronte a casa Martini: dentro c’è Lele, con la barba.

Lele:- Questa è casa mia!
Tassista:- È molto che manca da casa?
Lele:- Tra anni!
Tassista:- Ammazza, chissà come l’aspettano.
Lele:- Non ho detto niente a nessuno, è una sorpresa.
Tassista:- Non era meglio avvertire? Sa le sorprese certe volte uno le vuole fare, invece le riceve lui.

In camera da letto:

Libero:- Una camicia da notte, sembro un marocchino, però è bella, eheh. Beh, hai visto che sono sempre cose che riguardano il letto!?! Ho ragione io!
Enrica:- Su, non fare lo spiritoso. Comunque lo so che hai altri pigiama, ma questa l’ho presa da “Elegant man”.
Libero non capisce e dice:- Ah, Elefant man, sono misure elefantili, si vede.
Enrica:- Ma no, no, non credo! Comunque devi provarlo.
Libero:- Eh va beh, la provo stasera con calma, quando andiamo a letto.
Enrica:- No, no, no, da elegant man i capi raffinati si devono cambiare in giornata.
Si vede Lele che esce dal taxi e Torello che parla:- Lei è il figlio, vero? Venga, venga…ecc. Suo padre era molto amato, si, era una grande brava persona…ecc. Condoglianze.
Lele spaventato corre urlando:- PAPÀ-PAPÀ!
Entra in casa, Eufrasia lo incontra e piangendo, credendo fosse il controllore gli dice:- Dica a Cettina, che non ha sofferto.
Eloisa:- Si, si. Gliel’ho assicuro.

Lele corre e si dirige in camera da letto.
Intanto entra Cettina:

Cettina:- Oh, ma chi era che gridava?
Eufrasia:- Il controllor no?
Cettina:- Ma quale controllor, quello era un ladro.

Lele arriva in camera da letto:- Papà-Papà!

Si abbracciano, e arrivano Cettina, Eufrasia, e Eloisa.

Cettina:- Signor Libero al ladro! Attento!
Libero:- E’ Lele!
Mentre Enrica continua a ripetere:- È tornato Lele.
Cettina:- Madonna del Carmelo, il nostro Lele.
E sviene.
Eufrasia:- Ma chi è Lele?
Poco dopo Enrica continua a ripetere:- È tornato Lele!
Lele:- Si, si. Sono tornato Enrica.
Cettina che è svenuta, si riprende e dice:- Eh, ma che è successo? È tornato Lele!- e sviene di nuovo.
Lele:- Andate a prendere dell’acqua per Cettina ed Enrica, presto.
Eufrasia:- Si, veloce, veloce!
Intanto Ciccio, Alberto e Annuccia.
Entrano in camera da letto.
Ciccio:- Papà?
Alberto:- Zio Lele!?!

Si buttano addosso a lui e lo abbracciano.

Lele rivolgendosi ad Annuccia:- Amore, e tu non corri a salutare papà?
Annuccia triste dice:- Ciao!
Poi aprono i regali…ecc.
Lele:- Annuccia, tesoro mio! Vieni, ti voglio riempire di baci.
Annuccia:- Non adesso papà! Adesso, devo leggere!
Enrica continua a ripetere:- È tornato Lele.
Lele:- Enrica, salutiamoci bene, che prima non l’abbiamo potuto fare.
Eloisa:- Niente di grave. È l’emozione!
Eloisa la porta fuori…
Poi Libero sta per spiegare chi è Eloisa, ma si blocca per l’emozione.
Lele:- Ah proposito d’emozione, anche Enrica poveretta, sragiona.
Libero:- Beh, sragiona, non p una novità!
Lele:- Ho capito, ma addirittura dire “Piacere Enrica Martini!”. Vuol dire che sta proprio fuori.
Libero:- Quella invece è una novità!
Lele:- Papà, cosa stai cercando di dirmi?
Libero sta per parlare, ma Ciccio lo precede:- Sta cercando di dirti che si è sposato con la nonna.
Lele:- Ciccio, non è il momento di fare scherzi.
Arriva Cettina:- Lele, Lele! Allora è vero che sei tornato, non è stata una visione. Madonna del Carmelo, mi sono sentita le gambe molli, molli, e non ho capito più niente. Mih, pensavo era un sogno.
Lele:- Stai bene adesso?
Cettina:- Si,si. Stai bene con la barba.
Lele:- Grazie!
Si siedono tutti e due.
Lele:- Papà, cosa vuol dire che vi siete sposati?
Cettina:- Eh, dite, dite!
Libero:- Cioè, io e Enrica, per un fatto burocratico, doveva essere, per il fatto della pensione…
Cettina:- Era burocratico, ma poi è diventato un matrimonio bello e buono, con annessi e connessi.
Libero:- Eh, fammi parlare a me, sempre in mezzo ti metti. Dunque, si, ci siamo in effetti.

Libero viene interrotto dall’arrivo di Eufrasia che dice:- Scusate, Cettinita, puoi venire a vedere il dolce, perché mi pare non si senta molto bene.
Cettina:- Oh Madonna del Carmelo, il dolce. Anch’io non mi sento tanto bene, ho le gambe molli, molli.
Lele:- Ma la spagnola chi è?
Libero:- Ecco, la spagnola…
Viene interrotto da Andrea che entra e dice:- Auguri papà!
Lele:- Papà a chi?
Libero:- A me, poi ti spiego.
Entra Nilde.
Lele:- Nilde!
Nilde:- Lele!
Lele- Nilde!
Nilde:- Oddio, Lele!
Si abbracciano, e Libero dice ad Andrea:- Poi ti spiego pure a te.
Nilde:- Ma che ci fai qui?
Lele:- Come che ci faccio qui? Dove sta Lele Ju.?
Entra Lele Ju. e Lele gli dà un regalo:- Guarda che ti ho portato? Dio come sei cresciuto!
Nilde gli fa segnale verso Andrea.
Lele:- Ah, scusami!
Nilde:- Questo è Andrea, il mio fidanzato.
Andrea:- Molto lieto!
Lele:- Piacere!
Entra Mirando:- Eccomi papà!
Lele:- Papà a chi?
Nonno:- Lei è la figlia di lui.
Entrano Maria e Guido.
Maria non si accorge che è Lele, ma appena lo vede lo abbraccia:- Papà!
Lele:- Oddio, la mia bambina! La mia bambina! Amore di papà, piccola di papà.
Maria:- Papà, lui è Guido.
Libero:- Il fidanzato!
Lele:- Si, lo so, il fidanzato- e gli stringe la mano.
Nilde:- Ah, già, tu non puoi saperlo, stanno per sposarsi!
Lele sviene sul divano.
Poco dopo Guido, che è in cucina, viene raggiunto da Maria.
Maria:- Amore, eccoti!
Guido:- Eccoti qua!
Maria:- Perché te ne sei andato?
Guido:- Per lasciarvi un po’ soli, eh. Anche perché, tuo padre non l’ha presa bene eh, è caduto sul divano, così, insomma.
Maria:- Ma forse è normale.
Guido:- Svenire sul divano è normale. No! Senti, ma va meglio, si?
Maria:- Si,si!
Guido la prende per mano e le dice:- Senti, vieni un secondo ti vorrei proporre una cosa.
E si siedono sugli sgabelli.
Guido:- Secondo me, noi, non dovremmo dirgli che ci sposiamo alla tua famiglia.
Maria:- Come?
Guido:- Troppe cose, troppe cose insieme. Tu dopodomani parti, nel frattempo ci sposiamo. Troppe cose insieme.
Maria:- Senza dirgli nulla?
Guido:- Niente! No, anche perché se io penso troppo che stai per partire fra due giorni, mi sento male. Per cui è una cosa nostra, noi due, Giovanni e i due testimoni che prendiamo lì, noi. Basta!
Maria:- Ma io come faccio ad avere sotto lo stesso tetto loro, senza dirgli niente?
Guido le prende le mani:- Amore,sarà il nostro segreto, eh. Glielo diciamo quando torni.
Maria:- Io a mio padre ho sempre detto tutto.
Guido:- È una cosa nostra! Guardami!- gli disse dolcemente.
Maria:- La cosa più importante è che ci sposiamo.
Guido:- Ecco, è così che io ti voglio sentire-. Si alza:- Vuol dire che questo è molto importante perché mi consenti, visto che il matrimonio non sarà il massimo nella vita, di…Se riesco-
Maria:-Cosa?
Guido controlla in tasca:- di…di…di…di farti diventare ufficialmente la mia fidanzata almeno per quarantotto ore. E questo si fa di solito, con questo gesto qui- disse uscendo una scatoletta blu.
Maria rimane estasiata.
Guido:- È dentro! È dentro! Devi aprire!- disse ridendo dolcemente.
Maria lo apre e dice emozionata:- Un diamante! Ma, è stupendo! Sei impazzito!?!
Guido lo prende e infilandoglielo dice:- Posso mettere l’anello alla mia fidanzata?
Maria:- Io…Io ti voglio sposare cento miliardi di volte.
Guido:- Adesso non esageriamo, adesso. Comunque, non ti aspettare un diamante ogni volta, eh.
Si guardano negli occhi, poi dolcemente si baciano, e dopo essersi staccati si sorridono.
Guido:- Che? Che c’è?- chiede dolcemente.
Maria:- Come faccio a stare tutto questo tempo senza di te?
Guido:- Non mi far pensare, non mi far penare.
Intanto Lele, va da Annuccia:
Lele:- Amore, ma sei sparita- poi prendendo tra le mani un cavallino dice:- Te lo ricordi questo lo sai che il papà l’ha tenuto tutto il tempo con sé?!?
Annuccia:- Devo fare i compiti!
E se ne va.
Entra Maria:
Lele:- Maria! Ma che succede? Annuccia non mi parla più.
Maria:- È normale, papà, le sei mancato tantissimo, a tutti quanti veramente, però lei è più piccola, ci vuole solo un po’ di pazienza.
Lele:- Sono stato via troppo tempo, ma adesso non vi lascio più- e le bacia la mano.
Maria:- Adesso, sono io a lasciare te.
Lele:- Eh! Ho sentito, che vuoi sposarti.
Maria:- Si, te lo volevo dire, veramente, perché sarebbe stato più giusto, ovviamente.
Lele:- Non è…un po’ troppo prematuro?
Maria:- No, non è prematuro. Adesso che ti spiego capirai perché.
Annuccia va da Nonno Libero:
Si siede nelle sue braccia:
Libero:- Che c’è bella di nonno?
Annuccia:- Niente!
Libero:- Eh, niente. Ti conosco mascherina, se sei venuta qui, qualcosa c’hai.
Annuccia:- È che non riesco a fare i compiti. Mi aiuti?
Libero:- Ah! E va beh, non li fare oggi. Oggi è una giornata straordinaria, è tornato il tuo papà. Le maestre mica si arrabbieranno, per una volta.
Annuccia:- Ma io li voglio fare, mi aiuti?
Libero:- Non è meglio che ti aiuti tuo padre? Eh, lui ci tiene, non ti vede da tanto tempo.
Annuccia:- Ma papà,…sai…uff.
Libero:- Eh va beh, papà è più colto, è medico, e più istruito. Io sono un povero ferroviere.
Annuccia:- Si,…però…li facciamo come una volta? Noi due insieme e basta!
Nel frattempo, Maria continua a parlare con suo padre:
Lele:- Mi sembra un bravo ragazzo. Ma questo matrimonio così affrettato.
Maria:- Ma non è affrettato papà, ci amiamo da anni.
Lele:- Si, lo so, ma adesso tu parti per un mese. Non potete aspettare che tu ritorni? Cioè, che senso ha sposarvi prima? Non vi fidate l’uno dell’altra?
Maria:- No, ci fidiamo tantissimo. Voglio soltanto dimostrargli che…- si interrompe, abbassa la testa e continua:- No, papà, scusami, queste sono cose nostre.
Lele:- Hai ragione. È che ti ho lasciato che eri una bambina- e portandole i capelli dietro l’orecchio dice:- ora sei una donna.
Maria:- Sei tu che sei partito papà.- e si gira verso lui.
Lele:- È vero! Però non sai quanto mi siete mancati.
Maria:- Anche voi mi mancherete moltissimo.
Lele le prende la mano:
Vede l’anello e dice:- E questo?
Maria:- Me l’ha regalato lui.
Entra Ciccio:- Ah, sei qui! Come mai al buio?- e apre la luce.
Maria:- Che vuoi?
Ciccio:- Volevo parlare con papà!
Maria:- Ci sto parlando io!
Ciccio:- Guarda che è anche mio papà, mica solo il tuo!
Lele si alza:- Vengo Ciccio- poi rivolgendosi a Maria:- Poi ne parliamo di questa storia, Maria.
Maria:- No,eh papà, ti devo finire di dire una cosa, scusa Ciccio.
Lele rivolgendosi a Ciccio:- Va beh, vai in camera tua, ti raggiungo subito!
Ciccio:- Fate una cosa breve, eh.
Ciccio se ne va e Lele si siede:- Allora?
Maria:- Papà, io sono stata sempre sincera con te, giusto?
Lele:- Si, la sincerità è la tua cosa più bella.
Maria:- Allora, quello che ti sto per dire, gli altri non lo devono sapere, ok? Papà io mi sposo dopodomani! Parto lo stesso giorno, e saremo soltanto io e Guido.
Lele:- Come, da soli senza dirlo…ma perché?
Maria:- Perché. Perché è una scelta che abbiamo fatto io e lui. E siamo felici così. Va ben così. Capisci no?
Ed esce lasciando Lele sconcertato.
Dopo, Lele entra in camera di Ciccio.
Ciccio:- Papà! Menomale che sei tornato!
Lele:- Anch’io non vedevo l’ora. Ma voi siete stati tutti bravissimi. Almeno credo!
Ciccio:- Si, si. Io avevo bisogno di parlarti. Sai, con un padre è diverso.
Lele:- E’ bello sentirselo dire! Stare lontano non è stato facile per me, ma soprattutto per voi.
Ciccio:- Già! Ci sono delle cose che al nonno è meglio non dire.
Lele:- Allora. Di che cosa mi vuoi parlare?- dice mentre si siede.- Certo, deve essere stata dura per te lasciare il Regby.
Ciccio:- Non puoi capire quanto, papà. Ma ormai è acqua passata. Il fatto è che adesso sono fidanzato.
Lele:- Mi è sembrato di capirlo! Ed è anche molto carina. Miranda si chiama, no? È la figlia del fidanzato di zia Nilde. O mi sbaglio? Ho una tale confusione in testa.
Ciccio:- No, no, è proprio lei. Miranda è in ritardo.
Lele non capendo dice:- Eh caro mio, cominci a conoscere le donne, mai una volta che fossero puntuali- poi capendo dice:- Ritardo in che senso?
Ciccio:- In quel senso lì- dopo un po’ di pausa:- forse è incinta!
Lele si mette le mani ai capello:- Ed io che pensavo che tu fossi maturato.
Ciccio:- Va beh, adesso non ti inc*****e.
Lele:- Ma, perché non ci sei stato attento?
Ciccio:- Ma sono…- Ciccio non sa cosa dire, è molto scosso:- Adesso come faccio?
Lele:- Ciccio mio, Ciccio mio. Ti chiedevo del Regby, ti pensavo un bambino. Invece…uff.
Poi risedendosi:- Aspetta! Prima di tutto calmiamoci, eh! Ragioniamo. Innanzitutto è sicuro?
Ciccio:- Beh, è un ritardo!
Lele:- Va beh, prima di tutto assicuriamoci che sia vero. Se non lo è, che questo spavento ti serva da lezione la prossima volta. E se lo è…
Ciccio:- E se lo è?
Lele:- Dimmi tu, fatti grandi invece che combinano questi casini.
Ciccio:- E se lo è, che faccio?
Lele:- Se lo è, se lo è…ti starò vicino. Non sarete soli, vi staremo vicini tutti. Parleremo con lei, con suo padre, con zia Nilde.
Ciccio:- E poi chi la sente quella.
Lele:- Adesso devi affrontare la cosa con responsabilità. Prima di tutto stalle vicino a questa ragazza.
Ciccio:- Ma si, le sto vicino.
Lele:- Immagini se tu stai così, quello che sta passando lei.
Ciccio:- Le sto vicino. Ci sentiamo spesso, e gli scrivo un sacco di messaggi!
Lele:- Messaggi. Era meglio se continuavi a scrivere solo messaggi.
Ciccio si alza:- E adesso? Adesso cosa faccio?
Lele:- Vieni qui.
Ciccio si siede accanto a Lele:
Ciccio appoggiando la testa su Lele, dice:- Ti prego papà, aiutami!- e mentre gli carezza la testa Lele dice:- Sono stato troppo lontano, troppo tempo.
La notte Lele scende, si guarda intorno, e poi si avvicina a un comodino. Apre il cassetto e guarda la foto dove lui esce con Annuccia in braccio, e Maria appoggiata al muro.
Poco dopo, Lele è in cucina:
Libero:- Sei qua!
Lele:- Papà! Ti stavo aspettando!
Libero:- Anch’io ero sicuro di trovarti. Ho pensato: Lele non riuscirà a dormire.
Lele porgendogli una tazza di the:- La ricetta di Jacknag.
Libero:- Sai come lo chiama Cettina? Jackpot!
Lele:- Papà, perdonami eh!
Libero:- E di che ti devo perdonare figlio mio?
Lele si siede:- Ti ho lasciato tutto sulle spalle. Io pensavo che sarei stato vicino a voi anche stando lontano. Invece, non sapevo niente, non capivo niente.
Libero:- Non è che non sapevi, o non capivi. Non c’eri!
Lele:- Ti ho lasciato da solo ad affrontare tante cose.
Libero:- Proprio solo non ero, perché Enrica, insomma, si è dimostrata molto in gamba.
Lele:- Ed è per questo che l’hai sposata?
Libero:- No, l’ho sposata per la pensione. Non volevo che la pensione da ferroviere andasse a finire...
Lele lo interrompe:- Papà! Guardami negli occhi!
Libero:- Va beh, l’ho sposata anche perché è nato piano, piano un certo affetto, bello. E sono contento di averlo fatto. Una parola è troppa e due sono poche!
Lele:- Quante cose che mi avete nascosto, da quando non c’ero.
Libero:- Non è che te l’abbiamo nascoste, è che spiegarle…Non volevo farti preoccupare,capisci, perché adesso è tutto semplice: l’e-mail, il coso, il computer, il messaggino. Ma ti potevo mai mandare il messaggino “Caro Lele, mi opero a cuore aperto punto It.
Lele preoccupato:- T devi operare al cuore?
Libero:- No, per fortuna il pericolo non c’è più. Però, vedi? Già l’idea di adesso ti fa preoccupare, figurati se l’avessi fatto. Meglio come è andata!
Lele:- Comunque, adesso sono tornato, tu devi stare tranquillo, ci sono io!Eh!
Libero:- Sai, dal mestiere di nonno, non si va in pensione. E nemmeno da quello di papà.
Lele l’indomani va all’ASL, quella che lui crede sia, invece, trova tutto cambiato e si guarda intorno.
Si avvicina ad una donna che parla al cellulare.
La donne finisce la chiamata: è Tea! Mentre si gira vede Lele:
Lele:- Mi scusi signora…
Tea:- Mamma mia! Ma sei tu?
Lele:- Tea!- e si abbracciano.
Tea:- Non ci posso credere!
Lele:- Ma, come stai?
Tea:- È una cosa…Ma quanti anni sono passati?
Arrivano gli altri.
Tea:- Guarda!- dice a Oscar.
Oscar:- Chi?
Lele:- OSCAR!
Oscar:- Lele!
Mariano:- Bentornato!
La signora Di Stefano:- Ma chi è quello con la barba?- chiede alla signora Annulli, che le risponde:- Non lo conosco!
Poi dice:- Il dottore Martini!
Si alza e corre ad abbracciarlo.
sig.ra Annulli:- Dottor Martini!
Lele:- Signora Annulli, ma come sta?
sig.ra Annulli:- Un sacco di problemi!
Lele:- No, sta benissimo!
sig.ra Annulli:- Benvenuto!
Lele:- Grazie, grazie!
Oscar:- Allora, che…Che dici? È un ospedale famiglia adesso.
Lele:- Accidenti!
Jonis:- Che ne pensi del cambiamento?
Lele:- Si, forse i colori,un po’ troppo radicali, però, insomma.- disse indicando Jonis.
Jonis:- Ah! No, è che ieri sera, sono tornato tardi, poi stamattina andavo un po’ di corsa, e non ho fatto in tempo a struccarmi bene.
Lele:- E Jessica?
Oscar:- Ehm, Jessica è in Guatemala.
Lele:- Come?
Oscar:- Va beh, insomma, poi ti spiego!
Jonis:- E hanno fatto anche una figlia.
Lele:-E chi?
Tea:- Loro!
Lele guardando Oscar:- Tu hai avuto una figlia?
Oscar:-Io, io e….ehm, va beh, poi ti spiego! Ma, ehm, dico, Tea, è diventata una scrittrice di successo.
Lele:- No?
Oscar:- Si!
Tea:- Insomma! Proprio di successo, ma siamo sulla buona strada. Ho scritto un romanzo, ho venduto diecimila copie. Me ne hanno commissionati altri 3.
Lele:- Complimenti, oh!
Jonis:- Ha fatto un sacco di soldi la signora. Viene qui ogni tanto part-time. Però dice che ha nostalgia di noi, quindi…
Maria:- Invece, senti chi parla. Questo canta di notte nei locali gay, fa il doppio lavoro. Poi viene qui…’a passeggiata!
Jonis:- Ci dovresti venire anche tu, bello.
Lele mettendo il braccio attorno a Mariano:- Senti, tanti cambiamenti, ma ti ho lasciato che masticavi, e ti ritrovo che mastichi.
Mariano:- No, sò gallette integrali. M’hanno messo a dieta. Hanno trovato tracce di sangue nel colesterolo.
Lele mentre va da Jonis:- Il mondo si è rivoltato, eh!?! Sapete che vi dico? Mi sento a casa!
Entra Guido:- Buongiorno a tutti!
Tutti:- Ciao!
Oscar:- Questo lo conosci?
Lele:- E certo!
Jonis:- Insomma, lui è…
Oscar:- Lui è il pezzo forte della nostra ASL, anzi l’ospedale. È tutto merito suo!
Guido:- No, non esagerare, su!
Lele:- Complimenti, è bellissimo!
Guido:- Si? Ti va di dare un’occhiata?
Lele andando verso lui:- Si, volentieri!- poi girandosi verso gli altri:- Voi siete sempre qua? I turni sono cambiati?
Tutti blaterano qualcosa.
Lele e Guido vanno di là.
Guido presenta a due collaboratori:. Buongiorno! Il dottor Martini!- poi continuando a camminare:- Immagino che ti fa una strana impressione, tutto colorato, eh?
Lele:- Si!
Guido:- Insomma, l’atmosfera famigliare, appunto, è quella che abbiamo cercato sempre di instaurare qua dentro. Poi tra l’altro noi, garantiamo assistenza 24 ore su 24, a tutti i disturbi che non sono ospedalizzabili, che ne so, una signora anziana…
Lele lo interrompe:- Quello che non ho capito, è perché questa fretta?
Guido:- Ma, no, fretta. Se tu sapessi, ancora tutte le cose da fare. E poi…
Lele lo interrompe di nuovo:- No, io dicevo del matrimonio!
Guido:- Ah!
Lele:- Maria, è così giovane!
Guido:- Ah, di questo…No, è che ero così orgoglioso di farti vedere il mio lavoro, invece…Perché tutti mi hanno sempre detto che sei un uomo eccezionale.
Lele:- Io sono una persona normalissima, e come padre sono preoccupato, cioè mi sembra un po’ infantile questo fato di fare il matrimonio in fretta e furia, da soli, senza la famiglia, prima che Maria parta, va bene essere alternatici, ma questo mi sembra un po’ troppo.
Guido alterato:- Dottor Martini, fammi capire una cosa: tu te ne vai in Australia TRE ANNI, torni all’improvviso, e vieni da me a dirmi cosa devo fare?!?
Lele:- Innanzi tutto, in Australia sono andato per lavoro e non per divertirmi. E poi, si tratta di mia figlia.
Guido:- Ma guarda un po’! Invece per me si tratta di mia moglie!
Lele:- Guarda che non voglio sindacare, sto soltanto osservando.
Guido:- Sta osservando? Sai cos’ho osservato io negli ultimi 3 anni? Eh? Una ragazza di 0 anni, una bambina, un adolescente, un uomo anziano con tutta la famiglia sulle spalle, da soli,d’ accordo? Per cui, tu forse sarai un eroe, ma abbiamo una concessione della famiglia molto diversa, molto!
Lele:- Senti, adesso sei tu che vieni a fare lezione a me?
Guido:- Io non faccio nessuna lezione. Sto semplicemente…
Interviene Jonis:- Scusa capo?
Guido e Lele:- Si?
Jonis:- ehm, no, dicevo a Guido! Hanno telefonato quelli della regione, hanno detto che devi assolutamente andare a firmare quel foglio.
Guido:- Questa cosa delle scartoffie, è la cosa più noiosa di questo lavoro. Comunque scusami tanto…
Lele:- Vedrai che ci intenderemo, eh?
Guido:- Come no! Come no! CIAO!
Appena Guido se ne va, Jonis chiede:- Allora Lele, adesso che hai visto tutto…Cosa ne pensi? Bello, no? Pensa che ha ideato tutto lui. Ha ideato, lottato e vinto. Certo, noi ci abbaiamo messo il cuore per questo, però meritava, no?
Lele:- Uh!
Poco dopo Lele, è a visitare la casa di Cettina.
Dopo che Augusto va a rispondere al telefono:
Cettina:- Che dici? Ti piace casa mia?
Lele:- È bella!
Cettina:- E il lampadario?
Lele:- L’hai scelto tu?
Cettina:- Eh, si!
Lele:- Lo immaginavo…
Poi Lele girandosi vede la bara.
Lele:- Ce l’hai proprio…- e non continuò.
Cettina:- Fa un po’ impressione eh?
Lele:- No!
Cettina:- Beh, fa un po’ impressione.
Lele:- Si, un pochino.
Cettina:- Uè, pure a me, mi faceva impressione le prime volte.
Lele:- Però poi, uno si abitua.
Cettina:- Eh, c’è lo scorrevole!
Poco dopo Cettina imbocca Lele facendogli mangiare le mozzarelline di Mondragone.
Lele mentre si ingozza dice:- Cettì, più di tanto a una certa ora,non si può mangiare…
Cettina:- Eh, lo so, ma queste sò freschissime. Guarda! Poi tu, stai pure un poco sciupatello. No, te lo devo dire! Non è che Alice, allatta e non cucina!?! Poi, va beh, tutte le agitazioni di questi giorni.
Lele:- Cettì…, tu sei stata come una madre per i miei figli. C’è una cosa che mi agita di più.
Cettina dolcemente:- Annuccia?- Lele annuisce.
Cettina:- L’avevo capito. È che lei, sai che, fa tutta quella sicura di se, però io penso, è strano per una bambina della sua età. Io, credo che lei, è quella che ha sofferto di più per la tua assenza. Eh, e mò te la vuole far pagare.
Lele:- È proprio così!
Cettina:- Ma io sò sicura che tu trovi il modo per riconquistarla. Veloce, veloce!
Lele:- Si! Tu invece sei felice?
Cettina:- Io?
Lele:- Si vede!
Cettina:- Si! Oddio, per essere felice, felice, mi manca un figlio.
Lele:- Guarda, te lo auguro con tutto il cuore, Cettina. Te lo meriti.- dopo un po’ di pausa:- Che ne pensi del matrimonio di Maria?
Cettina:- È la cosa più bella che le poteva capitare a tua figlia. Perché con Guido divide tutto, capisci? L’amore, il lavoro, gli idealismi. Tutto!
Lele:- Ma, lui, Guido…ti sembra un po’ presuntuoso?
Cettina:- Guido? No! Lele, non è che sei per caso un poco geloso?- disse ridendo.
Lele fa cenno di no, ma poi dice sottovoce:- Si!
Cettina:- Eh!
Lele:- Si, perché non riesco a digerire il fatto che…che un uomo di porti via la mia bambina.
Cettina:- Ma perché non ci parli con Guido?
Lele:- Eh! C’ho parlato! C’ho parlato! Va beh, ci riparlo, và!
Cettina:- Bravo!
Si vede Maria che gioca con i bambini all’ospedale famiglia.
Arriva Guido, che fa versi con un pupazzo davanti al viso.
Maria ridendo:- Ma che fai?
Nel frattempo che Maria e Guido raccontano una favola che le raccontava sempre Lele da piccola, arriva Lele che vedendo la scena, se ne va, per non disturbarli.
La sera sono tutti a cena: Libero, Enrica, Nilde, Andrea, Miranda, Alberto, Ciccio, Lele e Annuccia.
Annuccia:- Ma quando arriva Maria?
Lele:- Hanno telefonato Maria e Guido, che arrivano più tardi, eh!- poi rivolgendosi ad Annuccia:- Amore, ma non hai mangiato niente! Ti imbocco io, dai!
Annuccia:- No!
Andrea rivolgendosi a Miranda dice:- Mirandina, neanche tu mangi. Sei strana da qualche giorno. Che c’è?
Nilde:- Non ti sarai mica messa a dieta? Sei un po’ ingrassata, ma stai meglio, prima eri troppo magra.
Ciccio la guarda, e Lele anche, capendo il perché.
Arrivano Maria e Guido: Guido è con due pacchi.
Maria:- Ciao famiglia!
Guido:- Ciao! Grazie per l’aiuto, eh! Grazie! Mi sto rompendo la schiena- appoggiando i pacchi per terra dice:- Allora, scusate, no, siamo venuti a dirvi una cosa abbastanza importante.
Libero:- Ahia, ahia, ahia, ahia! Non mi dite che non vi sposate più. Perché non reggo a tutte stè cose.
Guido:- No, no, no, no! Siamo venuti per invitarvi a una strana cerimonia che ci sarà domani. Abbiamo portato delle cose che vi potranno essere utili, che vi daremo dopo.
Enrica:- E cosa c’è negli scatoloni? Qualche cosa per la beneficenza?
Guido:- Si! Beneficenza.
Nilde:- A favori di chi?
Maria:- A favore nostro!- un po’ di pausa:- Noi domani ci sposiamo- tutti rimangono sbalorditi.
Guido:- Mattina!
Maria:- Domani mattina! Una cosa così, veloce, veloce, come dice Cettina.
Nilde:- Domani mattina!?!
Enrica:- Eh, va beh, ma che c’è di strano, si sposano domani. Senza ricevimento, senza vestiti, senza regali. Come i profughi! Tutto normale!
Libero:- Va beh, se hanno deciso così, inutile che noi mettiamo bocca. Anche noi ci volevamo sposare in segreto. Ti ricordi?
Enrica:- Ma che centra?
Andrea:- Beh, se volevo io posso almeno fornire i fiori.
Guido:- Ah, no, altra cosa importante, a teniamo moltissimo: i fiori, i regali, i vestiti, tutto quello che spendereste per quelle cose lì, io e Maria, vogliamo che fossero destinati ai bambini che stiamo assistendo adesso!
Maria:- Si, esatto, perché non hanno nulla, invece noi abbiamo voi- si avvicina a Libero e continua a parlare:- Io…Io pensavo di sposarci soli, però, senza la famiglia, non è possibile.
Guido:- Si, poi siccome la famiglia è la stessa, siamo avvantaggiati, no?
Andrea:- Però, il rituale, è il rituale! Bisogna che gli sposi non si vedono più, fino al giorno del matrimonio.
Guido:- Ma, no! Questa è un’usanza tribale.
Lele:- A proposito di usanze tribali, tu non hai ancora parlato col padre della sposa.
Guido:- Dobbiamo proprio…
Lele:- Si!- e si alza.
Guido:- Sono d’accordo!
Libero:- Ricordati la scuola padre e figlio: non lo maltrattare che è un bravo ragazzo.
Vanno di là:
Lele:- Beh, cosa si fa in questi casi? Si offre un whisky?- e lo cerca.
Guido:- No, non bevo!. Poi vedendo che non lo trova gli dice:- È qui, comunque- e apre lo sportello.
Lele:- Emh,no, neanche io bevo…La conosci bene la casa!?!
Guido:- Diciamo che, c’ho passato qualche tempo, si!- poi:- Allora?
Lele:- Allora…
Guido:- Allora…
Lele dopo essersi seduto sul bordo del divano dice:- Allora, ti devo essere sembrato un po’ .....o.
Guido ridendo:- No, magari ti ho fatto la stessa impressione, eh?
Lele:- Comunque grazie per avere deciso di festeggiare insieme…il matrimonio.
Guido:- Ha deciso tutto Maria. Tutto lei!
Lele:- Poi, come medico, volevo dirti che l’ospedale famiglia è una cosa meravigliosa!
Guido:- Ti piace?
Lele:- Si, si. È molto innovativo…E come padre, in merito che tu sposi mia figlia, anche se a te magari non importa molto, insomma, mi fa molto piacere.
Guido:- Invece mi importa moltissimo. Perché tra l’altro, io son sicuro che Maria non sarebbe mai stata contenta senza la tua approvazione, mai! Ti adora, ti ama. Se tu vedessi gli occhi di Maria, quando parla di te, è una cosa…E poi io ne approfitto per ringraziarti.
Lele:- E perché?
Guido:- Perché se Maria, è venuta su così com’è, io credo che sia anche un po’ merito tuo. Un grande merito.
Lele alzandosi:- Guido, sei un bravo medico e una persona onesta. Vedi di farla felice.
Guido stringendogli la mano:- Io…ci metterò tutto il cuore, veramente. Anche perché ho capito che tu sei una persona con cui si riesce a parlare, bene o male. Invece ho paura, di…di nonno Libero, che mi stacca il collo se mi comporto male. Andiamo da Maria, a dirle che non ci siamo scannati?
Lele:- No, ti devo dire un’ altra cosa.
Guido:- Un’altra cosa. Non è finito l’esame ancora? No!
Lele:- No!
Più tardi nonno Libero, va nella stanza di Annuccia, dove quella sera c’è anche Lele Ju.
Libero:- Tana per Lele Ju! Sei contento che dormi con Annuccia, eh? Non fate che vi mettete a giocare! Vediamo la signorina che fa- e va da Annuccia.
Libero:- Eh, lo so che sei agitata per domani. Però adesso dobbiamo dormire.
Annuccia:- Ma, se noi non abbiamo sonno?
Libero:- Noi? Vuol dire anche lui?- indicando Lele Ju.:- E allora che si fa?
Annuccia:- Ci racconti una favola.
Libero:- Va bene. Io vi racconto una favola. Però una promessa, dovete chiudere gli occhi tutti e due, se no mi fregate che io racconto, e poi mi addormento. Chiudete gli occhi, su!
I due chiudono gli occhi.
Libero:- Pronti?
Nonno Libero si alza e fa entrare Lele, che si siede sul lettino di Lele Ju.
Lele:- C’era una volta un uomo, che si chiamava Ulisse. Ed era partito per un lungo viaggio. Tornò dopo tanti anni, era così cambiato…
Annuccia lo guardava.
Lele continua:- Era diventato vecchio e brutto, che nessuno lo riconobbe. E anche la persona a cui voleva più bene, la sua figlia più piccola, che era anche la principessa più bella del mondo, lo trovò brutto e cattivo, e non gli voleva più bene, e non lo voleva più come papà.
Annuccia si alza e va da lui, lo abbraccia, mentre Libero li guarda piangendo. Anche Lele e Annuccia piangono.
Annuccia:- Papi, ma io ti voglio ancora. È che tu, alla mia comunione non c’eri. E io ero la bambina più sfortunata del mondo. Ma, io ti voglio benissimo, e ti voglio come papà- e lo abbraccia.
L’indomani, è il giorno del matrimonio. Si vede Giovanni che arriva in uno spiazzale all’aperto, dove ci sono tutti, con abiti “afro”.
Giovanni:- Benvenuti! Intanto i nostri amici nigeriani volevano ringraziarvi, per tutto ciò che state facendo per i bambini del loro paese, quindi grazie! E poi vogliono festeggiare, Maria e Guido con questa piccola cerimonia a modo loro. JONIS!
I nigeriani hanno gli strumenti, mentre Jonis canta insieme ai bambini:- Anughinacau…ecc.
Poi si vede Maria che parla con suo padre:- Il nonno già avrà attaccato a piangere?
Lele:- Non lo guardiamo, che se comincio io, non la smetto più, eh!
Si abbracciano.
Lele dopo essersi staccato:- Fammi fare il padre forte!- e ripartono in braccetto, e mentre stanno per uscire:
Maria:- Ciao, papà forte!
Lele:- Ciao, figlia fortissima!
Ed escono:
Tutti applaudono, e Guido si alza.
Appena Maria arriva all’ “altare”,Giovanni gli fa segno di sedersi.
Si siedono.
Poi Annuccia e Lele Ju., portano gli anelli.
Guido sfila il primo, e dopo aver guardato Lele, che gli sorride, glielo infila, e dice:- Maria, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà.
Anche Maria, sfila il secondo anello e dice:- Guido, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà.
Guido le prende le mani nelle sue, si guardano negli occhi.
Giovanni:- Maria, Guido…Io vi unisco in matrimonio. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen!
Guido:- Posso?
Giovanni annuisce.
Guido si avvicina a Maria, e si baciano, mentre gli invitati applaudono felici.
Lele attira l’attenzione di tutti:- Scusate, io vorrei dire una cosa…
Va sull’ altare e inizia a parlare al microfono:- Oggi è una giornata speciale per tutti, e io sono felice di essere tornato e di ritrovare una famiglia così bella, che è sempre stata il mio orgoglio, e anche la mia forza. E sono particolarmente felice di essere tornato giusto in tempo per salutare la mia splendida bambina.
Libero:- Come sarebbe “ giusto in tempo”? Che significa?
Enrica:- È un modo di dire!
Lele:- Papà, Enrica, no, Maria parte oggi per l’Africa.
Libero:- Ma come parte per l’Africa.
Nilde:- Va beh, è normale, gli sposi vanno in viaggio di nozze.
Maria:- No, veramente parto da sola, Guido rimane qui.
Lele:- E invece no, parte anche Guido!
Maria è incredula:- Cosa?
Guido:- Ascolta!
Lele:- Perché tornare a casa, non significa solo tornare in famiglia. Ma anche, tornare a lavorare per gli altri, come mi è sempre piaciuto fare. Ed è per questo che sarò, spero, un degno primario…dell’ospedale famiglia.
Tutti:- Nooooo?
Maria è felicissima.
Lele abbraccia tutti.
Lele:- Papà, dì due parole anche tu.
Libero:- Ma che devo dire…Io barcollo!
Sale sull’altare anche lui.
Libero:- Voi, lo so che direte “ecco, nonno Libero adesso piange, gli può prendere un coccolone”. Ma a chi non verrebbe un coccolone con tutte queste emozioni- e si vede Guido che abbraccia Maria da dietro. Libero continua:- Anche un rinoceronte si sentirebbe male. Che vi devo dire!?! Io c’ho la febbre, credo. Come quando si sposò Lele. È una febbre di felicità. Siate felici, ragazzi, ve lo meritate.
Applaudono tutti.
Ciccio in mezzo alla confusione, sale sull’altare e dice:- Io avrei una comunicazione di servizio. Volevo dire che è tutto a posto, un falso allarme. Però, il tuo discorso papà è ricevuto forte e chiaro.
Tutti:- Ma cosa significa?...- Lele fa cenno come per dire: “poi ti spiego”.
Tea dà la busta delle analisi a Cettina che la apre:- Madonna del Carmelo, sono incinta!! Le analisi stavolta parlano chiaro, sono incinta! Leggi Augù!- e dà il foglio a Torello.
Augusto:- C’è un medico?- e sviene.
Intanto abbracciano tutti Cettina.
Tea:- Ma che romanzo…Ma che romanzo! Questa sarà la trama della mia prossima storia. Bellissima, bellissima! Ah!
Poco dopo tutti sono dentro, entrano anche gli sposi e tutti buttano il riso,applaudono, e poi si abbracciano fra loro.
Maria dà il bouquet a Reby:
Maria:- Questo è per te!
Reby:- Per me?
E si abbracciano.
Enrica:- Menomale che rispettano la tradizione del riso, tenevo il cuss- cuss.
E Libero ride.
Poi si vede Eufrasia che dice a Marcello:- Tu lo sai, che io, il giorno che mi sposo, lo faccio su un balenaio!?!
Marcello:- Io soffro il mal di mare.
Eufrasia:- E allora?
Marcello:- Amore!
Poi si vede Maria che abbraccia Libero e Lele. Poi, aspetta Guido e stanno per andare.
Libero:- Ma tu lo sapevi che questi partivano?
Lele:- Si, lo sapevo.
Libero:- E perché non me l’hai detto? Mannaggia a te!
Lele:- Papà, hai detto che non volevi più tutte le responsabilità. Ora, le vedi le mie spalle? È tutta sulle mie spalle.
Libero mettendogli il braccio attorno al collo:- Facciamo una spalla per uno, và!
Guido e Maria ritornano indietro e abbracciano Lele e Libero. E poi anche Enrica.
Oscar:- Si sta facendo tardi, Guido!
Guido:- Arrivo, arrivo!
Poi ripartono insieme ai nigeriani. Mentre i parenti e gli amici festeggiano con la canzone della sigla.

Fine
Ly
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